Mobile analysis per la rilevazione di virus e malware su Android e iOS

La sicurezza dei dispositivi mobile è diventata una preoccupazione critica nell’era digitale. Con oltre 6 miliardi di utenti di smartphone in tutto il mondo, questi dispositivi sono diventati un obiettivo primario per i criminali informatici. Gli smartphone contengono una vasta quantità di dati personali e aziendali sensibili, rendendo l’analisi malware su questi dispositivi un aspetto fondamentale della cybersecurity moderna.

Android e iOS presentano approcci diversi in termini di architettura e sicurezza. Android, essendo un sistema più aperto, consente maggiore flessibilità agli utenti ma anche una maggiore esposizione alle minacce. Al contrario, iOS adotta un modello più chiuso, con rigidi controlli su app e accessi, il che rende più difficile compromettere il sistema, ma non lo esclude.

L’analisi malware su smartphone è il processo di esaminare un dispositivo mobile per rilevare, identificare e comprendere software malevoli che potrebbero comprometterne la sicurezza. Questa pratica è essenziale per:

  • proteggere le informazioni personali degli utenti;
  • salvaguardare i dati aziendali su dispositivi BYOD (Bring Your Own Device)[1];
  • mantenere l’integrità delle reti mobili;
  • prevenire frodi finanziarie e furti di identità.

I malware per smartphone si sono evoluti in diverse forme, ciascuna con obiettivi e metodi di attacco specifici:

  • Spyware: raccoglie informazioni sull’utente senza il suo consenso;
  • Ransomware: estorce denaro bloccando l’accesso ai dati o al dispositivo crittografando i file;
  • Adware: genera ricavi attraverso pubblicità invasive, mostra annunci non richiesti, reindirizza a siti web malevoli;
  • Trojan: si nasconde come app legittima per eseguire azioni malevole in background;
  • Rootkit: ottiene l’accesso privilegiato al sistema operativo modificando il kernel del sistema per nascondere la propria presenza.

I malware possono infettare gli smartphone attraverso vari vettori:

  • download di app da fonti non ufficiali;
  • phishing attraverso SMS, email o messaggi sui social media con link malevoli;
  • exploit di vulnerabilità del sistema operativo sfruttando bug o falle di sicurezza non corrette nel sistema operativo;
  • connessioni Wi-Fi non sicure: intercettazione dei dati su reti pubbliche non protette.

L’analisi del malware per smartphone richiede un approccio multifaceted che combina diverse tecniche per ottenere una comprensione completa della minaccia. In tal senso, personale specializzato di questa articolazione Anticrimine ha implementato procedure e tecniche informatiche orientate all’analisi:

  • del traffico di rete: una delle tecniche principali per identificare la presenza di malware su un dispositivo mobile è l’analisi del traffico di rete. Il comportamento delle app e dei processi in background può rivelare informazioni cruciali riguardanti attività malevole. Attraverso tecniche di sniffing del traffico, è possibile catturare il flusso di pacchetti di rete, analizzare la destinazione e il contenuto dei dati scambiati, nonché rilevare anomalie nei pattern di traffico[2];
  • del comportamento delle applicazioni: le applicazioni malevole spesso richiedono più autorizzazioni di quelle strettamente necessarie al loro funzionamento;
  • attraverso scansione antivirus: la scansione antivirus è una tecnica fondamentale e ampiamente utilizzata per l’analisi preliminare e la rilevazione di malware su smartphone. Questa metodologia si basa principalmente su un approccio di riconoscimento delle firme[3], integrato con tecniche euristiche e di rilevamento comportamentale[4];
  • delle tracce di compromissione: è particolarmente utile analizzare tracce di compromissione (Indicators of Compromise, IoC), come quelle identificate tramite lo “Structured Threat Information Expression” (STIX)[5], che possono rivelare la presenza di malware o altre attività dannose. L’utilizzo di STIX nell’analisi di malware su smartphone rappresenta un approccio avanzato che combina standardizzazione, condivisione di intelligence e analisi strutturata. Mentre richiede un certo expertise, offre benefici significativi in termini di comprensione approfondita delle minacce e integrazione con l’ecosistema più ampio della cybersecurity.

[1] Espressione usata per riferirsi alle politiche aziendali che permettono di portare i propri dispositivi personali nel posto di lavoro e usarli per avere gli accessi privilegiati alle informazioni aziendali e alle loro applicazioni.

[2] L’analisi dei pattern di comunicazione, come connessioni frequenti a server esterni sconosciuti o trasferimenti di grandi quantità di dati senza autorizzazione dell’utente, può suggerire la presenza di malware.

[3] Gli antivirus confrontano i file presenti nel sistema con un database di firme di malware conosciuti. Ogni virus o malware ha una propria “firma”, una sorta di impronta digitale unica che lo identifica. Se l’antivirus rileva una corrispondenza, segnala il file come dannoso.

[4] Questa tecnica si basa sull’analisi del comportamento dei file e delle applicazioni. Piuttosto che cercare solo firme conosciute, il rilevamento euristico osserva i comportamenti anomali, come l’accesso non autorizzato ai dati sensibili o l’invio di pacchetti di dati a server remoti. Ciò permette all’antivirus di identificare anche malware sconosciuti, basandosi sulle azioni che essi tentano di compiere.

[5] Lo Structured Threat Information Expression (STIX) è un linguaggio standardizzato per la rappresentazione di informazioni sulle minacce informatiche. Nel contesto dell’analisi di malware su smartphone, STIX fornisce un framework strutturato per identificare, catalogare e analizzare le tracce di compromissione (Indicators of Compromise, IoC).